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Errori Assistenza Anziani, Cinque errori che, prima o poi, facciamo tutti

Cinque errori che, prima o poi, facciamo tutti.

Abbiamo ricevuto questa email da una nostra Cliente che, alla fine, ci ha chiesto di rimanere anonima, anche se, tutto sommato, l’email non contiene particolari così intimi o privati. Di solito, (tranne rare eccezioni) non pubblichiamo testi anonimi. Questa volta però ci sembrava davvero che le cose che M. ha deciso di condividere, possano essere utili a molti. Per ovvi motivi, tutti nomi, anche se puntati, sono stati modificati e così i riferimenti ai luoghi.

HO CAMBIATO MOLTE BADANTI, ORA CAPISCO IL PERCHÉ. CINQUE ERRORI CHE FACCIAMO TUTTI NELL’ASSISTENZA ANZIANI

Buongiorno e ancora grazie per l’aiuto che ci avete dato con mamma.
Vi scrivo queste due righe (beh, forse un po’ più di due) perché una mia carissima amica, P. G. che abita nel mio stesso palazzo, mi ha chiesto consiglio nella scelta di una badante. Ci conosciamo da anni, sa che ne ho ”girate” tante e quindi mi ritiene un’esperta. Quando le ho detto che io, alla fine, mi sono rivolta alla Cooperativa Assistere, mi ha guardato come se le fosse caduto un mito.
Mi sono chiesta perché; ci ho pensato un po’ su e poi ho deciso di condividere con voi queste riflessioni.
Mi sono venuti in mente cinque errori da non fare con le badante che, prima o poi, facciamo tutti e che forse hanno condizionato anche il pensiero di P. Se avete piacere, pubblicatele, magari possono essere d’aiuto. Saluti M. L.

SOLO IO CONOSCO MIA MADRE (1)

Prima di arrivare a chiedere aiuto (perché, se ci pensate bene, di questo si tratta) ho sempre scelto da sola le persone per accudire mia mamma. Mia mamma a partire dall’età di 82 anni ha avuto bisogno di una persona che, dapprima l’aiutasse a sbrigare le cose in casa; poi, piano piano, che si prendesse cura di lei. Infine, che la curasse giorno per giorno, ora per ora, fino …Nonostante in famiglia noi siamo tre sorelle di questa cosa mi sono sempre occupata io anche perché, oltre ad essere la più piccola, abito a T., non lontano da casa di mamma.

Le mie sorelle fin dall’inizio mi avevano consigliato di rivolgermi a qualcuno che si occupasse di trovare la badante ma io mi sono chiesta: che forse uno sconosciuto può conoscere mamma e le sue esigenze come e meglio di me? Ecco credo che questo sia il primo errore fatto anche dalla mia amica: pensare che “SOLO IO CONOSCO BENE MIA MADRE”.

È un errore che, prima o poi, commettiamo tutti. Il primo in cui ci si imbatte e, a ben vedere, il più pericoloso.

MIA MAMMA, IN FONDO IN FONDO, STA BENE. (2)

Nelle due chiacchiere fatte sulle scale P. mi descriveva sua mamma esattamente come facevo io a suo tempo con le prime candidate. Sta bene, fa tutto da sola, non ha bisogno quasi di nulla, siamo noi figli che ci preoccupiamo. Mi sembrava proprio di risentire l’audio delle mie primissime selezioni.

Ma siamo sinceri: se fosse davvero tutto così, che bisogno ci sarebbe di un’assistenza in convivenza (la nostra scelta fin dall’inizio). Ho imparato a mie spese quello che è il secondo errore che facciamo tutti: sottovalutare la situazione.

E, badate bene, spesso non per fretta o sciatteria ma per due motivi ben più seri: ci manca il giusto distacco e non abbiamo l’esperienza necessaria per valutare la situazione in essere e, soprattutto, quella in divenire.

UNA COSÌ IN CASA MIA, MAI. (3)

Arriviamo al momento fatidico della ricerca prima della selezione poi.
Le prime cose che facciamo tutte è: mettere un annuncio e chiedere agli amici. Partiamo da quest’ultima cosa. Gli amici saranno sicuramente sinceri con noi, non ci indicheranno una persona inadatta o poco pratica.
Ma inadatta a cosa? Le domande che facciamo noi “profani” sono sempre le stesse: è stata carina con papà? È capace di tenere in ordine la bella casa di mamma?

Ma il papà di C. non ha le stesse esigenze di mia mamma e la mamma di F., seppur grave nella sua malattia poverina, non aveva l’Alzheimer. Non era forse più giusto che la reale e personalissima situazione di mia mamma (ogni genitore per i suoi figli ha la sua personalissima situazione, o no?) avrebbe dovuto consigliarmi di chiedere piuttosto quali fossero le competenze e non il carattere?

Insomma fare una scelta dovendo giudicare competenze che non si hanno, unicamente guidati dal grande amore che proviamo per le nostre mamme ed i nostri papà è il terzo grave errore che si commette in certe circostanze. Alla fine, scartiamo quelle che “non si sanno vendere” (una così in casa mia, mai!) e magari ci prendiamo in casa una gentilissima, curatissima “incapace”. E guardate che il difficile comincia fin dalle prime telefonate che riceverete.

Un esempio? Leggete il quarto errore.

VA BENE SIGNORA, MA QUANTO MI DAI? (4)

La prima selezione, se ci pensate bene, la facciamo al telefono. Una parla male l’italiano (almeno secondo il nostro inesperto standard), l’altra ci sembra sgarbata, un’altra ancora è alle prime armi …

Tante telefonate, tanta confusione. E come se non bastasse quella fastidiosa sensazione di non riuscire mai a fare le domande giuste, a condurre il gioco. Ebbene sì, è proprio così. Ricordiamoci che, almeno che non sia il nostro lavoro, fare colloqui non è facile e, mentre per noi si tratta spesso delle prime volte, per le badanti che cercano lavoro, rispondere agli annunci e fare domande è un’occupazione quasi quotidiana.In un modo o nell’altro prendiamo gli appuntamenti. Avete notato che, nella stragrande maggioranza dei casi, l’interesse è più rivolto al lato economico che a quello dell’effettiva situazione familiare e di salute dei vostri genitori?

La domanda che vi sentirete fare troppo spesso è: va bene signora, ma quanto mi dai?

Ecco qui il quarto grave errore: non riuscire a fare le domande giuste per capire se abbiamo di fronte una persona motivata e preparata.

Si finisce così per lasciarsi trascinare verso le questioni economiche senza aver avuto modo di capire se la persona che abbiamo di fronte è in grado di svolgere il lavoro che le state affidando e, soprattutto, di conoscere lo spirito con cui affronta un lavoro difficilissimo e le motivazioni NON ECONOMICHE che la spingono a farlo.
P.s. Non dimenticatevi delle referenze.

MA IO, DA CHE PARTE DEVO STARE? (5)

Il quinto errore che riconosco di aver commesso un sacco di volte è forse il più insidioso. Mamma peggiora, il suo carattere diventa impossibile anche per noi figli eppure… Eppure mamma è sempre mamma: come diavolo si fa a non prendere le sue difese?

Che non lo sapeva K. che l’Alzheimer fa questi scherzi e ora che fa, si lamenta? E no eh? Così io (e forse tante di voi). La mia cara amica D. invece, tutto il contrario. Stufa per aver dovuto cambiare almeno otto badanti in meno di tre anni e mezzo, tormenta suo papà, lo apostrofa con ogni parola dura che le viene in mente, è arrivata al limite e, detto tra noi, come non capirla.

Chi ha torto chi ha ragione? Insomma: ma io da che parte devo stare?

Ecco questo è il quinto errore che mi riconosco di aver fatto: non essere riuscita ad essere equilibrata nel giudizio. Ma, detto tra noi, come si fa ad essere equilibrati, equidistanti quando si tratta di una lavoratrice da una parte (magari eccezionale, garbata, amorevole ma pur sempre una quasi-estranea) e la mia mamma?

Come comportarsi con la badante? E poi è giusto essere equidistanti? Qual è il comportamento corretto che fa il bene di mamma?

Ecco a pensarci bene, questo è forse il motivo profondo che mi ha spinto a rivolgermi alla cooperativa Assistere: non avere il dovere di essere equidistante ma solo quello di fare il mio meglio per farla star bene.

Mi auguro che queste mi personali riflessioni possano essere d’aiuto a qualcuno. Non voglio consigliare nulla né fingermi esperta. Ora che mamma non c’è più però, mi sono resa conto che, fare da soli è molto difficile e, talvolta, anche controproducente.

Un saluto affettuoso a tutti coloro che cominciano oggi il loro viaggio nel mondo dell’assistenza e a quelli che, come è stato per me, hanno invece viaggiato a lungo.

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